Questa settimana ho avuto una fitta serie di incontri molto eterogenei: dallo sviluppo prodotti alla discussione del budget, dalla pianificazione del meeting agenti alla riorganizzazione di alcuni processi, dalla formazione di nuovi agenti alla pianificazione di attività di promozione con alcuni clienti.
Ebbene il tema più ricorrente era quello relativo alla comunicazione, che risulta fondamentale per determinare il successo o meno di molte delle iniziative o delle proposte aziendali.
Qualsiasi processo rilevante può perdere di significato, se il piano comunicativo che lo accompagna non è adeguato.
Il piano comunicativo, ovvero quel l’insieme di azioni atte a trasferire informazioni, delucidazioni, approfondimenti, esempi, motivazioni spesso non viene messo sullo stesso piano dell’oggetto di cui si occupa, anche se più facile che un prodotto di poco valore con un piano comunicativo straordinario abbia successo, piuttosto che un prodotto eccellente con un piano comunicativo scarso.
Quali sono gli elementi del piano:
1) L’oggetto, il prodotto, la decisione e l’obiettivo da raggiungere. (COSA)
2) Le azioni coordinate che vengono messe in atto per veicolare il punto 1), che non prevedono solo aspetti comunicativi (comunicati, mail, telefonate, pubblicità in varie forme) ma temporali e comportamentali di chi lo realizza. (COME E QUANDO)
3) gli attuatori del piano, coloro che lo pianificano è che lo mettono in pratica. (CHI)
4) i destinatari del piano, in sostanza le persone che determineranno il successo o l’insuccesso. (A CHI)
Ovviamente vi sono gli specialisti dei piani comunicativi (basti pensare alla politica per capire come Berlusconi e Renzi diversi ma accomunati da uno straordinario piano comunicativo siano riusciti entrambi in pochi mesi, in tempi diversi, a diventare il politico italiano più importante) ma non tutte le aziende possono affidarsi a terzi e quindi è importante una riflessione da parte di tutti.
Ma voglio andare oltre… Ognuno pensi al proprio piano comunicativo costruito sui propri compiti ed obiettivi aziendali (ed i secondi anche personali).
In che modo agisco (COME E QUANDO) per perseguirlo, chi coinvolgo nel mio piano (CHI) e quali destinatari riesco a coinvolgere (A CHI).
La focalizzazione esclusiva sul (COSA) è un errore comune ma nella società moderna dove la comunicazione è talvolta troppa e confusa, non si può prescindere da una riflessione importante sulla comunicazione per il bene dell’azienda (… Ed anche personale).