Oggi ero dal dentista, anche se il medico mi stava togliendo gli ultimi due denti del giudizio ero continuamente, e per fortuna, distratto dalla vibrazione del mio telefono che nella tasca del giubbotto appeso di fronte a me continuava ad inviarmi notifiche di messaggi, wa e mail.
Pensavo a chi mi stava cercando e soprattutto al perché, normale sia per le persone esterne, che per i colleghi interni che sicuramente mi chiedevano riscontri, risposte ed aiuto.
Sono stato sotto i ferri per un’ora e mezza e poi per altre 2 ore fra stordito e frastornato sicuramente se ho risposto a chi mi cercava l’ho fatto in modo molto approssimativo e non certo bene.
Avevo involontariamente creato un black-out comunicativo, che se riflettiamo bene é abbastanza comune in azienda, perché fra malattie, viaggi, ferie molto spesso si creano dei momenti dove la catena che dipende da quella persona si interrompe.
Cosí mi sono chiesto come possiamo limitare le inefficienze di queste interruzioni involontarie, che in un’epoca di “orgie” (con vero disprezzo del termine) comunicative creano tappi di bottiglia enormi?
Ecco alcune idee:
1) Creare processi che non dipendono dalla singola persona, ma anche su aziende piccole processi che formino competenze trasversali sui dipendenti, dove se manca una persona un’altra automaticamente deve agire in sua vece.
Per creare sintonia e coerenza fra le persone intercambiabili serve grande allenamento. Il delegante deve:
a) operare un grande sforzo di condivisione di logiche e motivazioni
b) accettare una delega totale con la consapevolezza di accettare anche decisioni semplicemente diverse
a chi é richiesto invece l’agire al posto di serve:
a) capacitá di ascolto per comprendere le logiche decisionali
b) intraprendenza nel prendere le decisioni con la consapevolezza di poter anche sbaglliare.
2) Pianificare assieme in modo preciso e puntuale i macro obiettivi, lasciando autonomia esecutiva, comprendendo e condividendo ed ove necessario anche indirizzando l’operativitá ma solo su richiesta. In fase iniziale potrebbe essere necessario impostare alcuni check-point, anche frequenti, ma un bravo leader dovrebbe arrivare a relazionarsi con i propri collaboratori non perché chiede aggiornamenti delle singole attivitá ma perché stimolato dal proprio team a verificare i risultati raggiunti (nei tempi stabiliti).
3) Scrivere mail solo con domande e/o risposte e nelle risposte includo anche le affermazioni con attivitá da fare e quando.
a) Se manca la persona a cui ho risposto, se il suo lavoro viene delegato a me conosco la risposta e procedo, se non viene delegata a me so a chi altro rispondere, perché conosco le deleghe.
b) Se manca la persona a cui fare la domanda o dare istruzioni, la invio al sostituto o se sono io agisco.
Organizzazione, pianificazione e delega.
Personalmente ritengo che creare un buon team che funzioni anche con il back-out significhi… “farli lavorare”, ma creare un’organizzazione intercambiabile, dove ognuno possa esprimersi nel fare ció in cui eccelle … con la consapevolezza che per arrivare dobbiamo dimostrare di saper fare “dannatamente”” bene anche ció che ci piace meno!