Ogni 2 anni possiamo dare …. il doppio?

Il post di questa settimana nasce dopo l’acquisto dell’ottavo Personal Computer della mia vita… Ricordo ancora quando nel 1988, poco più che 15enne con papà decidemmo di comperare il mio primo computer, un IBM-XT compatibile.
L’XT montava un processore 8088 (per dare un’idea M24 dell’Olivetti era più evoluto in quanto equipaggiato di un 8086). Il sistema operativo era il Dos 2.0, Windows 2.0 era appena stato lanciato ma sul mio computer non “girava”. Così per la “modica” cifra di 1.500.000 lire acquistammo questo PC … usato,  con 512KB di RAM e 20 MB di HardDisk.
Ieri 26 anni dopo ho acquistato ad un prezzo inferiore del 50% un computer 14 volte superiore in termini di RAM da 512KB(0,512 MB)  a 4 GB (4.000 MB) e con un HD 17 volte più capiente che nel 1988, da 20 MB a 1TB (1.000.000 MB).
Ho ripensato così alla legge di Moore (cofondatore di Intel), ovvero che la potenza di un computer (il numero di transistor contenuti in un circuito) era destinata a raddoppiare ogni 2 anni (o 18mesi – a seconda delle rivisitazioni), ma aldilà della soddisfazione per il nuovo PC, immutata ieri come allora, dopo 27 anni  avevo comunque acquistato un computer almeno 14 volte più veloce.
La tecnologia ci impone ritmi e velocità anche lavorativamente diversi, che però non possono dipendere da una migliorata velocità intellettiva o fisica dell’uomo, visto che Pietro Mennea nel 1979 correva i 200 metri piani in 19″72 ed oggi Usain Bolt in  19″19 (35 anni un 5% in meno…)
Da questo alcune semplici constatazioni per migliorare la nostra velocità:
1) Dobbiamo usare la tecnologia per comunicare e delegare più velocemente le attività alle persone più “appropriate”. Un tecnico, un collega, un conoscente che detiene un’informazione possono essere messi in relazione o contattati in un tempo brevissimo.
2) Dobbiamo usare la tecnologia per fare quello che in passato non era permesso fare se non con una presenza fisica. Una mail o una video conferenza possono sostituire alcuni meeting od incontri.
3) Dobbiamo usare la tecnologia per ricercare quello che non sappiamo. L’importante è però sapere “dove cercare” e Google è diventata l’azienda più grande al mondo perchè ha reso la ricerca possibile per tutti!
I tre casi sono emblematici ma fanno anche riflettere perché:
1)      Se abbiamo la tecnologia, ma non abbiamo il network o le conoscenze personali per mettere in relazione persone, saremmo come un vigile senza traffico da dirigere.
2)      Quando comunichiamo dobbiamo avere i contenuti, perché se non sappiamo cosa trasmettere, saremmo come una stazione radiotelevisiva senza programmi.
3)      Se sappiamo poco o nulla di un argomento, difficilmente possiamo cercare qualcosa e saremmo come un esploratore con bussola, ma che non sa leggerla.
Il pensiero finale va poi comunque all’utilizzo della risorsa più limitata che abbiamo: il tempo.

Una velocità sempre maggiore e la quotidiana indigestione tecnologica ci impongono più di concentrarci su attività “rilevanti”, per le quali poter realmente essere un valore aggiunto, senza dimenticare che anche se la tecnologia progredisce fortunatamente le “attività” aziendali non sono delle partite a scacchi e quindi l’uomo è ancora nettamente più forte della macchina. 

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