Ammetto che questa settimana anch’io mi sono fatto contagiare dalla serie TV Mr. Robot che in queste settimane va in onda in Italia, che narra l’esistenza complessa di un giovane hacker, ingegnere informatico in un’importante azienda di servizi statunitense e del camaleontico Mr. Robot, sedicente capo di una comunità di hacker FSOCIETY che vuole coinvolgere il giovane nei suoi piani “rivoluzionari”. Lo spunto del blog avviene da un colloquio, fra i due dove Mr. Robot tenta di convincere il giovane ingegnere a sposare la causa di FSOCIETY in questo modo:
“Nella vita abbiamo due possibilità o siamo Zero o siamo Uno, se decidiamo di essere Zero siamo passivi, neutri ed ininfluenti, gli altri decideranno per noi, se invece optiamo per essere un Uno, possiamo determinare il nostro futuro e condizionare anche l’esistenza degli altri. Zero significa essere passivi, Uno significa agire”.
Quante volte nella vita aziendale ci siamo trovati di fronte a questo dilemma Zero od Uno. Non sorprenderò probabilmente nessuno affermando, che esiste una propensione caratteriale che ci spinge verso uno dei due stati. Ma se per i singoli fatti è semplice scegliere una volta l’uno e poi l’altro, in generale è veramente difficile essere completamente uno Zero od un Uno.
Vorrei però sottolineare alcune situazioni propendiamo verso l’atteggiamento Zero:
– Situazioni in cui non si conosce bene il contesto o non si è certi ed impauriti delle conseguenze delle nostre azioni. (Cliente nuovo alla prima visita o mercato nuovo … in alcuni casi è preferibile non buttarsi)
– Quando decido deliberatamente che non voglio agire, quindi la scelta non è quella di essere passivi ma di non fare qualcosa. (Un forte contradditorio con una persona molto coinvolta emotivamente, il silenzio alcune volte non peggiora la situazione e vale molto più delle parole)
– Contesti di ascolto, dove la passività lascia al posto all’apprendimento ed alla conoscenza, situazioni preparatorie di un’azione. (Un cliente che condivide la sua strategia di approccio al mercato e le problematiche che incontra… va fatto parlare e non dev’essere interrotto)
Altri ambiti invece ci suggeriscono un atteggiamento Uno:
– Una domanda specifica che viene posta (da chiunque un collega, un cliente, un fornitore… se è direttamente indirizzata a noi non possiamo essere passivi).
– Situazioni molto complesse che sono “bloccate” da tempo, l’azione fa muovere le cose ed è in grado di attivare meccanismi anche inaspettati (un’esclusiva su un territorio che non funziona… se non agiamo continuerà a non funzionare… se agiamo potremo o rinvigorirla o cancellarla).
– Azioni che nascono casualmente ma riconosciamo come pericolose per l’azienda e potremo cambiare con un nostro intervento. (un collega malato ed il suo cliente che attende una risposta… Dobbiamo intervenire).
La scelta di essere o Zero o Uno è molto personale, ma ancora più determinante è la consapevolezza della nostra decisione, Zero od Uno dobbiamo comunque analizzare e capire bene quali potrebbero essere le reazioni alle nostre azioni od alla nostra inerzia.
Alcune azioni potrebbero portare reazioni anche multiple e molto complesse talvolta incontrollabili, ma questo non deve limitarci dal poter decidere di essere un Uno, ma renderci consapevoli della profondità e del “peso” delle nostre scelte.