Fuori dagli Schemi

Questa settimana parto da una metafora sportiva, nello sport a me più caro che è il calcio, che si verifica spesso anche in altre discipline sportive di squadra, organizzate con schemi e strategie ben definite frutto di ore di pianificazione e di esercizio.
In partite molto complesse tatticamente spesso il risultato si sblocca quando un giocatore, si assume tutte le responsabilità ed agendo fuori dagli schemi, prende il pallone fra tre dribbling e segna, invece di giocarlo con i compagni. Ha fatto qualcosa fuori dagli schemi! Ovviamente se il giocatore non riesce nel suo intento sarà redarguito e ripreso da tutti, ma se vi riesce sarà acclamato e riconosciuto come il migliore!
Situazioni simili si sviluppano anche nei contesti aziendali, dove procedure e processi codificati vengono disegnate per non lasciare nessun episodio al caso e per coordinare ogni azione delle singole unità aziendali in un processo armonico alla ricerca della realizzazione della strategia aziendale, ma senza qualche azione “fuori dagli schemi” il risultato finale stenta ad essere realizzato.
Ma se penso al Milan di Sacchi od al Barcellona degli ultimi anni, esempi di eccellenza di risultati così come di organizzazione di gioco, non posso dimenticare nell’una i tre olandesi e nel Barcellona Messi e Neymar…. che all’interno di queste organizzazioni “perfette” con i loro personalismi e loro invenzioni rendevano e rendono queste macchine perfette! Sono anche convinto che le migliori aziende nascono da intuizioni ed intraprendenze di singoli manager, magari meno note al pubblico di massa (eccezion fatta per Steve Jobs) solo forse perché meno “spettacolari”.
Quindi anche in azienda è utile “uscire dagli schemi”? Secondo me si, perché:
1.       Uscire dagli schemi consente di intraprendere strade od azioni “non studiate” a tavolino, scoprire nuovi mercati, nuove opportunità, nuovi percorsi.
2.       Le aziende sono fatte di uomini, che hanno il dono dell’intuizione che è molto difficile codificare in una strategia, l’intuizione va seguita e guidata solamente in un secondo momento altrimenti il rischio è quello di sopprimerla.
3.       Lo schema o la strategia spesso possono essere lette ed anticipate dai concorrenti o dagli avversari, quando invece si esce dallo schema non esiste una lettura preventiva ma solo un rispondere colpo su colpo.
Uscire dagli schemi può essere però molto pericoloso perché potrebbe vanificare il senso dell’organizzazione e della strategia e quindi:
1.       L’uscita deve essere puntuale e ben definita, si deve essere consapevoli dei rischi che si corrono e si deve avere ben chiaro l’orizzonte temporale entro il quale bisogna “rientrare”.
2.       Quando si esce dagli schemi, le regole saltano ed  anche le “protezioni”, quindi non è un’operazione che può essere lasciata all’ultimo arrivato, chi esce dagli schemi deve sapere cosa sta facendo e perché lo sta facendo.
3.       Se si esce dallo schema e si commette un errore bisogna essere pronti a rientrare subito, consapevoli delle conseguenze che si potrebbero generare.

Le organizzazioni aziendali sono sistemi complessi che affrontano sistemi ancor più complessi che sono i mercati, per innovare e creare qualcosa di veramente nuovo vi è la necessità di creare spazi “controllati” perché le risorse capaci e preparate possano uscire dagli schemi organizzativi e fare qualcosa di diverso, qui si cela la difficile genesi dell’innovazione (di prodotto, di mercato, di processo).  A distanza di 25 anni acclamiamo il Milan di Sacchi e dei tre olandesi… proprio perché sintesi sportiva perfetta di questo! (e credetemi detta da uno juventino è dura!)

Condividi sui social:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

NB: i commenti sono tutti sottoposti a moderazione, quindi non saranno immediatamente pubblicati.