Oggi stavo facendo alcune ricerche legate al mondo dei pavimenti in PVC e mi sono imbattuto in una storia che non conoscevo. Il PVC il famoso cloruro di polivinile oggi probabilmente la plastica più utilizzata al mondo, venne scoperta per caso durante il diciannovesimo secolo da due studiosi Regnault e Baumann, lasciando dei del cloruro di vinile esposto al sole in bottiglia, ma non venne utilizzata fino al 1926, perché troppo rigida non lavorabile. Nel 1926 quando Waldo Semon, casualmente studiando dei nuovi adesivi ed utilizzando degli additivi particolari ottenne un PVC flessibile e quindi facile da lavorare. Comincio la storia del PVC e delle sue applicazioni industriali fino ad allora inesistenti.
La materia plastica oggi più nota fu scoperta per caso!
Ovviamente leggendo la storia di Waldo Semon, che visse fino a 100 anni e che creo più di 5.000 polimeri plastici e depositò 116 brevetti, comprendiamo subito come aldilà della fortuita coincidenza, la scoperta fu fatta da un grande inventore.
Ma mi sono chiesto quante volte anche nelle nostre aziende, il caso, la fortuna o semplicemente un comportamento fortuito causano qualcosa di inaspettatamente positivo che non avremo mai pensato?
Non succede spesso, ma succede… è pura casualità od in qualche modo ci possono essere delle determinanti che possano favorire la creazione di qualcosa di nuovo? Ecco le mie osservazioni:
1) Per creare bisogna fare
Molto evidente risulta il fatto che perché si possa verificare il caso fortuito ci dev’essere comunque un comportamento od un’azione scatenante, se il nostro Waldo non avesse tentato e ritentato nulla sarebbe successo. Più si fa maggiori sono le possibilità di riuscita.
2) Per creare bisogna conoscere
La casualità difficilmente nasce da una persona totalmente estranea all’oggetto dell’invenzione, certo le conseguenze sono inaspettate ma il contesto di lavoro non può essere totalmente estraneo. Il nostro Waldo conosceva molto bene la chimica e la sua storia ce lo dimostra.
3) Per creare bisogna osare
Se si percorrono sempre strade già battute da altre non ci si potranno aspettare risultati differenti da quelli già raggiunti in precedenza, per fare qualcosa di diverso bisogna tentare qualcosa di diverso, magari anche fuori dagli schemi convenzionali. Waldo stava lavorando sugli adesivi utilizzando polimeri ed additivi che altri non avevano mai combinato.
4) Per creare bisogna persevare
Quando si affronta qualcosa di nuovo raramente si raggiunge il risultato inaspettato al primo tentativo, fondamentale quindi è quello di ripetere il tentativo anche di fronte ai fallimenti iniziali. I tentativi dopo la scoperta nel 1800 del PVC furono molti, ma solo nel 1920, probabilmente prima di Waldo molti non avevano perserverato abbastanza.
5) Per creare bisogna sognare
Sì! Se non si pensa di poter incidere in modo radicale nella propria attività anche lavorativa facendo qualcosa di unico e nuovo (e comunque non necessariamente tutte le creazioni positive devono essere per forza la creazione del PVC!) non si riuscirà mai ad assaporare quella sensazione di soddisfazione e di pienezza che ti accarezza quando riesci a fare qualcosa di bello ed unico che non era mai stato prima e che nasce quasi per caso. Sono sicuro che uno dei motivi che ha spinto il nostro Waldo alla creazione di 5.000 nuovi polimeri fosse quello!
Una sensazione che sicuramente molti hanno già assaporato, ma che non si sazia mai perché figlia dell’identità umana che ci gratifica dell’essere unici e ci spinge alla soddisfazione di fare qualcosa di bello, positivo che nessuno ha mai fatto prima.