Due piedi … e due scarpe

Questa settimana lo spunto, nasce dal semplice gesto di buttare un paio di scarpe nella spazzatura. Devo ammettere che ho ritardato per qualche settimana il semplice gesto di “rottamare” un paio di calzature che nell’ultimo anno e mezzo avevo utilizzato con una certa costanza, ma malgrado il mio desiderio di prolungare la loro vita utile ho dovuto cedere e ieri mi sono deciso… Le scarpe nel mio vissuto hanno sempre avuto uno spazio particolare e anche se non sono mai stato un grande seguace delle mode, devo ammettere che le calzature in genere mi hanno sempre incuriosito, tanto da condizionare non solo il mio giudizio estetico ma anche qualcosa di più…
Evidente che l’uomo primitivo non portava nessun tipo di calzatura, ma altrettanto evidente è che per motivi legati alla ricerca di un benessere ed una maggior comodità 40.000 anni fa questo indumento è stato inventato e da allora non ci lascia più. Fondamentale per le donne, utile per gli uomini la scarpa ci accompagna nelle nostre attività quotidiane.
Le cose che vorrei però sottolineare su questo argomento sono:
La scarpa come elemento caratterizzante di una persona
Non nego che quando mi trovo ad incontrare una nuova persona una delle prime cose che osservo è il tipo di calzature che porta. Le scarpe riflettono in modo abbastanza univoco il tipo di personalità che ci troviamo di fronte. Ovviamente non devono diventare un metro di misura assoluto ma identificano alcuni tratti della persona che le porta, che nella maggior parte dei casi ha scelto non in maniera casuale, prima di acquistare e poi di indossarle per ragioni di gusto, opportunità e/o comodità ed utilità.
Troviamo così persone che amano calzature classiche e si trovano ad indossare sempre la stessa tipologia, non cambiando mai il modello ed il colore, ne troviamo altri che invece amano “osare” nei colori o nelle forme cambiando molto spesso. Naturalmente i giudizi e le deduzioni sono soggettive, ma raramente troveremo un creativo con scarpe eleganti od un banchiere con delle snicker.
Secondo aspetto interessante sono i proverbi che in tempi diversi utilizzano le scarpe come metafore di situazioni e/o paradossi che tutti i giorni incontriamo al lavoro così nella vita privata.
“Tenere lo stesso piede in due scarpe”. Per giustificare la volontà di mantenersi in situazioni non compatibili e difficilmente sostenibili.
“Fare una cosa fino a consumare le scarpe”. Quando si insiste a ripetere la stessa attività in modo continuo e ripetitivo.
“Una persona con scarpe grosse e cervello fino”. Metafora dove si vuole evidenziare l’equivalenza dell’intelligenza rispetto all’operatività di un individuo, quest’ultima rappresentata dalla consistenza delle calzature. (che era tipica dei contadini costretti a scarpe pesanti in virtù di un lavoro che richiedeva calzature robuste per poter affrontare le fatiche).
“La scarpa che sta stretta ad una persona va bene ad un’altra”. Lucida affermazione dello psicologo Carl Jung per spiegare come non esistano ricette di vita valide per tutti gli individui.

Il fascino delle scarpe è a mio modo di vedere anche insito nel fatto che le calziamo per camminare, correre e comunque per muoverci, viaggiare, visitare, incontrare persone e vivere la nostra vita. Sono le nostre compagne nelle scoperte, nelle sfide, nelle relazioni che ogni giorno affrontiamo, compagne silenziose ma sempre presenti, se sono scomode, ci danno fastidio, se non lo sono magari non ci accorgiamo della loro utilità, ma guardiamo i nostri piedi… sono o non sono le nostre scarpe?

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