Il terremoto

Foto – Aquila (2009)
Sono passati 10 giorni e sinceramente questa settimana non posso scrivere a proposito del terribile terremoto che ha colpito il centro Italia causando 294 morti e spezzando sogni segnando in maniera indelebile la vita di tante famiglie. Il cordoglio e la partecipazione sono arrivati da tutto il mondo, con molte email di partecipazione e tanti gesti di solidarietà, anche oggi ad esempio una mail di un nostro distributore tedesco chiedeva a tutti i suoi clienti un piccolo segno di supporto da inviare successivamente alle popolazioni coinvolte. Ma non voglio scrivere di questo, ma piuttosto di quello che in questi giorni ci ha mostrato la grande energia e le potenzialità enormi del popolo italiano.
Dopo pochi giorni infatti dall’accaduto possiamo dire che la nostra macchina dell’emergenza ancora una volta ha dimostrato la solidarietà, l’efficienza e la grande dedizione al “fare” degli italiani.
In pochissimo tempo infatti tutte le persone che hanno perso la casa grazie all’opera incredibile di decine di volontari e l’efficienza pragmatica della protezione civile sono state sistemate in campi allestiti con tende che possono garantire, almeno una prima protezione dagli eventi atmosferici. Si stanno sistemando strade e domani (venerdì) dovrebbero asfaltare il nuovo ponte guado sul rio Castellano, che riaprirà l’unico collegamento da l’Aquila per Amatrice, costruito in 9 giorni dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Il piazzale e la struttura che hanno ospitato i tristi funerali delle vittime sono stati allestiti anch’essi a tempo di record. Si stanno ultimando gli ultimi controlli e le messe in sicurezza di edifici e case, che anche ieri hanno evitato il crollo completo del campanile di Castelluccio. In poche ore sono arrivate donazioni per milioni di euro, le richieste di sangue hanno visto in poche ore in molti ospedali formarsi code di donatori in attesa ed in molte città sono state sospese le raccolte di viveri, perché in eccesso rispetto alle esigenze. Sono state recuperate tutte le opere della Pinacoteca di Amatrice e la copia della Sindone dalla chiesa di San Francesco ad Arquata del Tronto
La nostra Italia ed il nostro popolo di fronte al dolore ed all’emergenza si dimostra unito, forte, rapido ed estremamente efficace. Ci sono polemiche, attacchi politici, certo… ma gli Italiani non ci badano, quando si tratta di fare e di fare velocemente non badano a chiacchiere.
Augurandomi che lo sciame sismico che ancora in queste ore colpisce Amatrice, Accumoli ed Arquata lasci un po’ di pace agli sfollati, quello che ci spetta adesso è la grande sfida della ricostruzione, nella quale nel recente passato abbiamo fallito. Serve continuità ed il mantenimento dell’efficienza, non si deve assolutamente lasciare il passo a tanti facili opportunismi e strumentalizzazioni economiche che ci sono state svelate come costanti della ricostruzione dopo il terribile terremoto dell’Aquila.
Purtroppo questo male, tipicamente italiano, del quale sono spesso vittime anche le nostre aziende è quello della discontinuità, del miraggio del facile guadagno a scapito dell’integrità e del buon operato. I giornali sono pieni di tristi testimonianze anche in questi giorni di soldi stanziati, nelle zone colpite dal terremoto, per gli ammodernamenti sismici, ma spesi male o dirottati nelle tasche di qualche becero speculatore.

Il mio pensiero va ai familiari dei 294 morti, al loro dolore, al “silenzio” che saranno costretti ad ascoltare, per la mancanza dei loro cari. Da italiani “veri” per loro dovremo “vigilare” per una ricostruzione seria, perché se vogliamo essere un paese migliore dovremo dimostrare che non siamo solo bravi nell’emergenza, ma soprattutto nella costanza della ricostruzione per  tentare di ridare un po’ dignità a chi ha perso tutto e soprattutto per pianificare interventi preventivi, che possano limitare al massimo i danni di quelli che sono fenomeni, naturali, imprevedibili e terribili che purtroppo proprio per la particolarità del nostro bellissimo paese sembrano ormai destinati a non essere più eventi sporadici. 

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