Questa settimana ho pensato più volte al valore dell’aggettivo prudente, che spesso viene utilizzato per definire una persona con poca propensione al rischio ed in alcuni casi anche con poca attitudine all’azione, al limite della lentezza.
Mi sono spesso confrontato e scontrato con individui spesso troppo “prudenti” e ricordo ancora quando durante una delle mie prime esperienze lavorative ero solito epitetare il mio “allora” capo (spesso troppo prudente) con il soprannome di: Quinto Fabio Massimo (detto il Temporeggiatore). Il politico e guerriero romano infatti era conosciuto come un profondo assertore della tattica della “prudenza”, diventata celebre quando durante gli scontri con il cartaginese Annibale, il comandante romano preferiva non affrontarlo direttamente, ma attendere da vicino il momento più propizio. La tattica funzionava in termini di non sconfitta ma non portava alcun progresso contro l’invasore africano.
A distanza di anni devo dire che rimanendo una persona molto decisa e di “azione” ho rivalutato molto l’atteggiamento di prudenza e di temporeggiamento che può sviluppare alcune situazioni molto interessanti:
1) Un atteggiamento prudente impone sempre di valutare bene le condizioni di contesto in cui ci si trova non lasciando spazio ad azioni di pancia, spesso sinonimo di improvvisazione e poca lucidità nel raggiungere l’obbiettivo che si sta perseguendo. (Se un cliente insiste per un ulteriore ribasso di prezzo, prima di rispondere “picche” invvervositi, sarebbe bene chiedersi il perché: c’è un’offerta della concorrenza?, c’è un servizio non all’altezza? ci sono delle mancanze di prodotto?).
2) Per poter esercitare la prudenza in modo efficace è necessario essere molto vicini a ciò che sta accadendo ed agli attori che sono protagonisti della vicenda, che significa anche poter analizzare in modo approfondito le conseguenze di un’azione piuttosto che di una non azione. Se si decide di aspettare ad agire è bene far capire a tutti che la necessità è quella di un’analisi più dettagliata e non una mancanza di volontà. (Se invece di prendere posizione subito si replica con un ulteriore richiesta di approfondimento si potrebbero scoprire dettagli non analizzati in prima battuta).
3) Non sempre tutte le azioni devono causare delle reazioni, ci sono alcune azioni sulle quali un atteggiamento di attesa potrebbe portare allo svilupparsi di ulteriori azioni che potrebbero cambiare radicalmente le aspettative di chi ha agito per primo. (Di fronte ad alcune richieste troppo spinte, una non risposta potrebbe comportare un’automatica revisione della prima proposta “troppo” audace).
Spesso nell’incedere quotidiano ci sono momenti in cui un atteggiamento prudente è consigliato, altri in cui è bene agire subito ed in fretta. L’esperienza spesso detta le modalità di azioni ma quello che bisogna sempre considerare è il fattore tempo, che spesso può permettere o non permettere il temporeggiamento. Vero che Quinto Fabio Massimo non ha perso con Annibale, ma hanno perso i generali che hanno suggerito l’attacco a Cannes, ma vero anche che lui con Annibale non aveva vinto.
Sintesi: agire, se necessario con prudenza, ma con sempre un occhio all’orologio!