Whatsapp ed il lavoro

Questa settimana il post nasce da una riflessione avuta in settimana sull’uso del telefonino ed in particolare su Whatsapp, comunemente nota come WA. Guardavo nei giorni e scorsi amici e colleghi (al lavoro come nel tempo libero) quando prendevano in mano il telefonino e penso di non sbagliarmi di molto affermando che nel 50% lo facevano perché avevano un messaggio WA. Nata nel 2009 e nel 2014 acquisita da Facebook questa applicazione ha letteralmente stravolto le abitudini “telefoniche” diventando lo standard di comunicazione per oltre 1 miliardo di utenti in tutto il mondo.
Whatsapp, viene creata da due ex-impiegati della società informatica Yahoo ed il nome nasce dalla sintesi di What’s up (come va?) e App. L’applicazione consente lo scambio di testi, immagini, foto, video, posizioni geografiche ed ultimamente anche di telefonare tutto a patto di avere una connessione dati attiva.
Una delle caratteristiche fondamentali è di poter creare gruppi di persone che istantaneamente possono vedere i contenuti che un utente del gruppo mette a disposizione. A livello sociale sono così proliferate:
          Le chat di gruppi di amici
          La chat delle mamme che condividono i bimbi a scuola
          Le chat di famiglia
          Le chat dello sport
          Le chat delle associazioni o dei gruppi politici
Nel mondo del lavoro invece nascono le chat:
          Dei dipartimenti (quella del marketing, piuttosto che quella delle vendite)
          Degli agenti di un’azienda
          Delle persone che in azienda vanno più d’accordo
Sulla valenza sociale di questo strumento non voglio dilungarmi. Sicuramente nasce come surrogato di una difficoltà comunicativa sempre maggiore, dettata dai tempi sempre più tiranni del nostro vissuto, ma che comunque aiuta a mantenere vive relazioni di amicizia (e non solo…) altrimenti difficili da coltivare.
Nell’ambiente lavorativo però trova delle applicazioni interessanti per condividere in modo veloce informazioni che per la loro natura non necessitano di particolari formalizzazioni. Alcune chat interessanti che ho visto:
          Chat fra i commerciali esterni dell’azienda per raccogliere informazioni di mercato su prodotti o foto di cantieri o di soluzioni particolarmente interessanti.
          Chat fra i collaboratori di un’agenzia di vendita che condividono informazioni sui loro clienti (anche in presenza di un CRM sofisticato).
          Chat fra colleghi che viaggiano che diventano qualcosa di più di semplici conoscenti e che si scambiano anche umori, piuttosto che sensazioni, paesaggi, cibi o vini assaggiati, insomma in qualche modo condividono le loro esperienze di viaggio anche con i colleghi
          Chat personali fra colleghi per scambiarsi battute, piuttosto che osservazioni o pensieri veloci che una mail o un messaggio renderebbero molto più importanti di quelle che sono.
Oltre ai testi, foto e video sono a mio modo di vedere anche interessanti i messaggi vocali, che sono molto più veloci (si fa prima a parlare che a scrivere) ed hanno l’enorme vantaggio di far sentire la voce della persona che racconta che è in grado di trasmettere molto di più di un semplice testo.

Il successo di WA (e dei software simili come Telegram) deriva dall’esigenza umana di condivisione che è fondamentale per l’individuo umano, ritengo che anche nei team di lavoro la condivisione sia un fattore coagulante che aiuta a migliorare i rapporti e le relazioni. Ogni abuso del mezzo ovviamente ne deteriora ed inficia i benefici, ma visto che WA di tutto perché non usarle “bene” anche in azienda?

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