Oggi conversavo con un mio collega, che per spiegarmi la sua visione su un episodio accaduto in azienda mi dice:
”Vieni qui che ti faccio vedere una cosa, mettiti di fronte a me”.
Di fronte aveva un cartone e vedo che prende una penna ed inizia a scrivere… un numero, ci mette poco e mi chiede:
“Cosa vedi?”
ed io prontamente rispondo:
“Un nove”
e lui…
“Come spieghi che io vedo un sei?”.
Un esempio semplice che però vedevo per la prima volta, il tratto della penna sul cartone era unico, il colore era lo stesso, ma dalla mia visuale la percezione era quella di un numero diverso da quello che invece vedeva lui.
Il concetto dei punti di vista, che interpretano situazioni uguali talvolta in modo opposto.
Il desiderio del mio interlocutore era quello di spiegarmi quanto per lui fosse importante nel caso di punti di vista diversi, non il giudizio sulla visione differente della persona con la quale si sta discutendo, ma la capacità di muoversi per cercare di vedere le cose con una visuale diversa, per affrontare in modo migliore la situazione che si sta vivendo.
Alcune mie riflessioni:
1) Ci sono fatti concreti che spesso hanno significati opposti come:
a. Un grosso ordine di un cliente che potrebbe significare sia il miglioramento della relazione e preludere un aumento di fatturato, come una messa in sicurezza prima di un cambio di fornitore che azzererebbe le vendite.
b. Una diminuzione di prezzo di un fornitore che potrebbe celare sia delle difficoltà nell’attività ed una conseguente disperata ricerca di ordini, piuttosto che un premio del lavoro e della fidelizzazione alla nostra azienda.
c. Un’aspra discussione con un cliente come conseguenza di interesse e di forte bisogno dei nostri prodotti, come l’anticamera di un distacco professionale.
2) I punti di vista sono molto soggettivi e sono figli della storia, della cultura, dell’esperienza e della personalità dei singoli che nella valutazione anche di piccoli accadimenti potrebbero rivelare posizioni antitetiche.
3) Quando noto, vedo, apprendo qualcosa, in ogni caso non posso esimermi, soprattutto nelle esperienze lavorative che vedono incorciarsi decine di relazione, dal considerare il pensiero degli altri.
Quando i punti di vista sono diversi le soluzioni sono molto semplici posso:
– spostarmi nella stessa posizione del soggetto con cui mi relaziono per leggere lo stesso numero.
– convincere il mio interlocutore a spostarsi sul mio punto di vista argomentando la mia miglior posizione
– non discutere sul numero che si vede, ma invece ricercare l’accordo sulla conformità del tratto di penna, chiedendo non tanto quale sia il numero che appare, ma piuttosto se entrambi le persone possono riconoscere un tratto di penna univoco che disegna lo stesso percorso.
Fin qui tutto regolare ma la più grande sfida è quella di considerare il punto di vista altrui, utilizzando le opinioni diverse non tanto come qualcosa di ostile al nostro pensiero, ma come un contributo che potrebbe arricchire il nostro punto di vista solidificandolo, piuttosto che invece tornare sui nostri passi per cambiarlo.