Oggi ero indeciso se iniziare prima a scrivere il mio blog o rispondere ai tanti auguri di buon compleanno che mi stanno arrivando tramite i social… Ho deciso che farò entrambe le cose ma prima scrivo perché stamattina su Radio 1 nel TG del mattino ho sentito qualcosa che mi ha colpito.
La settimana appena passata è stata quella della favolosa scoperta dell’esistenza di acqua su marte sotto un km e mezzo di ghiaccio, ma anche la settimana che ha visto il triste commiato a Sergio Marchionne persona che ho stimato e seguito molto negli ultimi anni. Non voglio unirmi ai tanti elogi (le critiche personalmente non le condivido quindi le escludo a priori) ma vorrei riflettere su un modo di dire che appunto stamane ho sentito che Marchionne usava spesso utilizzare in Ferrari per motivare il suo team alla sfida con i propri avversari (competitor):
“Dobbiamo smettere di far ridere quelli là?”
La frase era per i suoi uomini ma chiaramente rivolta agli acerrimi nemici della Mercedes che fino a qualche tempo fa erano nettamente superiori al team di Maranello.
“Dobbiamo smettere di far ridere quelli là?”
– Quelli là!
– Senza nominare gli avversari, che non hanno né un nome né un cognome, non interessa chi siano o se siano belli, bravi o brutti, non vanno nominati perché aumenterebbe la fama e la soggezione nei loro confronti. Sono grandi o sono piccoli sono semplicemente quelli là, che non siamo noi! Su di loro dobbiamo però concentrarci per batterli, superarli, migliorarli.
– Stanno Ridendo!
– Forse non stanno ridendo proprio di noi, ma stanno comunque ridendo, perché rilassati, perché felici, perché sicuri di quello che hanno fatto e probabilmente anche di quello che faranno. Non hanno preoccupazioni perché non vedono nessuno che possa minacciare la loro posizione. Su quelle risate dobbiamo agire perché il loro scherno involontario si trasformi in stimolo di azione di cambiamento per noi.
– Farli smettere.
– Un solo obiettivo, molto semplice, senza orpelli: fare in modo che finiscano di ridere, perché? Perché preoccupati di un competitor forte, innovativo, in grado di fare qualcosa di meglio e più velocemente di loro. Un avversario che possa batterli e che possa mettere fine a quella sensazione di sicurezza e di invincibilità.
– Dobbiamo.
– Non il voi, di un qualcosa che gli altri devono fare, ma il noi di un capo che è in “pista” con i suoi collaboratori, che con loro partecipa oggi agli insuccessi ma sui quali lavora per condividere domani qualcosa di vincente.
Tutti abbiamo competitor che spesso ridono di noi, delle nostre aziende, dei nostri prodotti… “Sapere che possiamo farli smettere di ridere” è uno stimolo, parole semplici di un grande manager, tesoro per noi tutti nel nostro percorso di crescita quotidiana. Addio Sergio!