Niente amici… solo alleati

Durante una discussione molto interessante ed accesa con un collega mi è uscita l’altro ieri questa espressione “Niente amici… ma solo alleati”. La frase era riferita ad una mia opinione rispetto alle modalità con cui costruire un team di lavoro, che possa essere efficace nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Ho subito cercato fra vari aforismi su internet, perché mi sembrava strano fosse uscita dalla mia bocca e non fosse invece qualcosa che avevo letto, inconsapevolmente interiorizzato ed uscita come commento spontaneo non tanto per una particolare dote di sintesi, ma semplicemente per associazione di idee.
La frase più simile però che ho trovato è di Alessandro Dumas (padre) dal conte di Montecristo: “Non ci sono amici negli affari, solo soci”. Molto simile a quella che avevo utilizzato ma non propriamente quella. Pensando alla costruzione di un team di lavoro ho utilizzato il termine alleati, perché pensavo proprio agli “alleati” per definizione che per noi italiani sono stati gli americani nella seconda guerra mondiale, scesi in guerra … non tanto per una questione di “affetto”, ma perché preoccupati che il pericolo nazista diventando troppo forte minacciasse anche la loro libertà.
Ma torniamo alla frase.
Perché niente amici al lavoro?
          La relazione di amicizia coinvolge i sentimenti che rendono poco obiettive le valutazioni oggettive che invece richiede il contesto lavorativo.
          Non tutti i colleghi possono essere amici e quindi esiste che si creino linguaggi, comportamenti, azioni molto sbilanciate fra amici e non amici che rischiano di compromettere i processi aziendali che invece sono basati sull’obiettività.
          In un rapporto capo / collaboratore l’amicizia potrebbe inficiare le performance sia di chi deve dettare le linee guida che di chi deve metterle in pratica.
Perché meglio alleati?
          Gli alleati mettono da parte le diversità e su queste costruiscono sinergie per il raggiungimento dei loro risultati.
          Gli alleati paradossalmente possono anche non avere lo stesso fine ultimo ed addirittura obiettivi diversi, ma comprendono che l’azione comune può portare beneficio a tutti.
          L’alleanza è un patto che prevede azioni e conseguenti risultati che lasciano poco spazio alle interpretazioni ma si fondano su dati oggettivi.
 Le eccezioni confermano sempre le regole e quindi non posso negare il fatto che possano esistere ovviamente amicizie lavorative. Penso però che solidi rapporti collaborativi fra colleghi che si stimano e pur non frequentandosi il fine settimana con figli e famiglie sanno fare squadra per raggiungere gli obiettivi aziendali siano largamente preferibili a rapporti morbosi di amicizia che a volte si creano fra colleghi, che non sanno più distinguere fra sfera professionale e private per sfociare molto spesso in rotture drastiche che lasciano solo spazio ai cocci (spesso anche nei risultati).

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