Sean McVay probabilmente in Italia è un nome che dice ancora poco, anche se aldilà dell’Atlantico ha rischiato pochi giorni fa di diventare un mito.
Stiamo parlando del più giovane allenatore di football americano mai arrivato ad una finale di Superbowl (a soli 33 anni). Finale persa a scapito dei più quotati New England Patriots, ma sempre probabilmente l’evento sportivo di maggior richiamo di tutto il Nord America.
McVay è arrivato alla seconda stagione ad un passo dal traguardo più prestigioso dopo aver letteralmente cambiato volto alla squadra, passata da essere una delle peggiori del campionato a stupire tutti arrivando mitico Superbowl. Nessun stravolgimento od acquisti miliardario, ma un nuovo modo di lavorare, che un coach di soli 30 anni ha saputo trasferire a navigati giocatori, trasformandoli da brutti anatroccoli a spettacolari cigni.
Leggevo in questi giorni alcune particolarità di McVay:
- la più singolare è sicuramente quella del suo assistente che ha il compito letterale di “controllare i movimenti” del coach in modo che non vada a scontrarsi con gli arbitri, spostandolo fisicamente a due mani ogni qualvolta la corsa dell’arbitro a bordo campo intercetti il campo di movimento dell’allenatore. In questo modo il mister può concentrarsi esclusivamente sul gioco.
- la più interessante è invece una lezione sportivo-aziendale, che giustifica anche la sua maniacale concentrazione sugli schemi, che potete leggere in un articolo molto interessante del sole 24 ore dove tra i 10 punti sintesi della filosofia di McVay, spicca il punto 4): Focus sul processo, sul quale vorrei scrivere qualche pensiero in più.
Focus sul processo appunto per McVay, che significa che non bisogna chiedere alle persone di credere nel manager ma nel processo. Al manager spetta il compito di individuare i valori ed i principi cardini che costituiscono i processi, che guidano le strategie e sono sempre validi aldilà delle vittorie e delle sconfitte. In sostanza le persone per varie ragioni possono cambiare, invece i processi se validi resistono oltre gli esecutori.
Concetto molto importante che si declina in semplici azioni:
- Il manager che deve individuati i valori ed i principi disegnare i processi
- Il team che per credere nei processi e per “viverli ogni giorno” deve sentirli propri
- Il processo che va disegnato “con”, “per”, ma soprattutto “oltre” le persone.
Tutte le aziende sono fatte di persone e di processi.
A parità di processi siamo tutti d’accordo che la differenza la fanno le persone, ma se i processi sono mediocri anche risorse eccellenti potrebbero non fare la differenza.