“Ma perché un cliente dovrebbe essere invogliato a comperare online, invece di spedire una mail allo stesso fornitore e chiedergli di processare l’ordine normalmente?”.
Questa la domanda che mi ha rivolto questa mattina un cliente mentre conversavo a riguardo dell’e-commerce.
La mia risposta: “Semplice perché con un click si decide cosare fare ed inseriti una volta per tutte i dati si avvierà un processo automatico che ti porterà ad avere il prodotto in casa senza fatica, nel più breve tempo possibile e con il minor dispendio di energie, per questo processo un cliente sarà anche disposto a pagare di più a patto che un semplice click risolva tutto ed io non ci debba più pensare”.
La mia risposta non mi aveva però soddisfatto perché troppo articolata e forse poco convincente.
La vera risposta che dovevo dare è: “Perché è semplice, rapido, sicuro, chiaro e tutto è registrato”.
L’e-commerce per come è stato pensato è spaventosamente semplice, con un click si generano una serie di processi automatici concatenati, la presa in carico della transazione avviene da parte di un sistema che ci toglie ogni pensiero, pochi click e tutto avviene in modo veloce, preciso e sicuro:
- Individuazione del prodotto e passaggio di informazioni (codici, prezzi, disegni, foto e schede tecniche)
- Il pagamento (preferibilmente con carta di credito e quindi certo)
- Le condizioni di trasporto (con tracciamento puntuale dell’ordine)
- Le richieste particolari o sconti (confezioni particolari piuttosto che sconti quantità)
- Le opzioni extra (confezione regalo, spedizione 24 ore, personalizzazioni)
- L’esperienza d’acquisto
Tutto tracciato, quindi confermabile con una semplice pressione del nostro dito e rivedibile. Perfino lo spauracchio del “reso semplice” viene gestito senza nessun mal di testa, le condizioni sono scritte, confermate ed approvate quindi poche controversie e se qualcosa non funziona ecco il meccanismo talvolta “diabolico” delle recensioni, pronto a smascherare i furbetti (venditori o compratori che siano) ed infine il rating a misurare nel tempo la soddisfazione dei compratori.
Purtroppo talvolta parlare di questo in Italia è ancora una novità, basti pensare che nella recente classifica stilata dalla commissione europea sul livello di digitalizzazione ci troviamo al 24posto su 28 stati membri, ma la riflessione con la quale volevo lasciarvi è molto più semplice e forse banale.
In futuro ormai prossimo, pur non consapevole se lo saranno nella loro totalità tutti i processi di vendita seguiranno le regole del digitale ed oggi le aziende che non si adattano a queste logiche possono già ritenersi escluse. Attenzione però che le regole non sono l’e-commerce ma i principi su cui si basa il commercio elettronico: processi aziendali di interazione interna e con i clienti veloci, precisi, certi, codificati e sicuri, appunto “digitali”.
Peccato che in Italia siamo al 24esimo posto… (su 28)… in Europa.