Il post di questa settimana trae spunto da una parola che questa settimana é emersa piú volte parlando e confrontandomi con i miei colleghi: la mediocritá.
Termine che originariamente significava medio o aggettivo che indicava una posizione intermedia fra gli estremi, ma che poi ha assunto sempre piú il significato di modesto o peggio ancora scadente.
I contesti in cui si discuteva di mediocritá erano quelli riferiti all’ambito professionale dei comportamenti dei singoli e alla percezione dell’azienda da parte del mercato.
Il comune denominatore sul quale convergevano tutti i discorsi era quello di evitare ad ogni costo le situazioni di mediocritá, non solo perchè terribilmente dannose, ma anche perché origine di insoddisfazione e noia.
Quante volte ci sentiamo mediocri o quante volte lo siamo nel nostro lavoro?
1) Tutte le volte che operiamo in modo meccanico senza pensare, anche se le evidenze dovrebbero portarci a riflettere su quello che facciamo e ad agire con raziocinio.
2) Tutte le volte che ci ostiniamo a fare ció che sappiamo di non essere in grado di fare, senza chiedere il supporto od aiuto.
3) Tutte le volte che pur pensando di operare al meglio, non ci accorgiamo del contesto in cui siamo, che invece richiederebbe beno altri comportamenti.
4) Tutte le volte che prendiamo alla leggera qualcosa che invece meriterebbe una riflessione approfondità.
5) Tutte le volte che non alziamo il telefono o preferiamo invece premere il tasto invio della mail invece che un confronto schietto.
Se la mediocrità dei singoli è un problema personale, la questione è ben più rilevante se i nostri comportamenti invece portano le persone con cui ci relazioniamo a pensare che la mediocrità appartenga all’azienda per cui lavoriamo.
Come fare?
Sicuramente il punto di partenza è la consapevolezza e la volontà “ferrea” di non voler essere mediocri, il processo non è semplice ed è fatto di piccole cose:
1) Agire attivamente, senza subire gli eventi .
2) Studiare ed imparare dalle persone più capaci le cose che non sappiamo fare
3) Ricordare sempre il contesto dove sappiamo, con la consapevolezza che quello che facciamo rappresenta il lavoro di tante persone e condiziona lo stato di benessere (anche economico) di tutti i dipendenti dell’azienda.
4) Valutare sempre il maggior numero di dettagli, perchè dalle piccole cose nascono i grandi risultati.
5) Rafforzare le relazioni, perchè antidoto potente alla mediocrità, in quanto consente di guardarci allo specchio grazie a quello che ci dicono gli altri.
Non essere mediocri non significa diventare tutti Marchionne o Squinzi, significa mirare ad uno stato di benessere in cui poter essere convinti che nel contesto in cui siamo (mercato, azienda, momento temporale) e nel ruolo in cui siamo, nessuno potrebbe fare la cosa che stiamo facendo meglio di noi…. Facile? No. Bello? Si … mediocre? No, grazie.