L’abito fa il Monaco!

In questi giorni in occasione di una importante visita di alcuni clienti ho inviato una comunicazione a tutta l’azienda per ricordare una particolare attenzione: all’ordine, alla sistemazione degli uffici, della fabrica ed in modo indiretto al dress-code aziendale. L’operazione é riuscita bene, visto che ho ricevuto i complimenti per la qualitá dell’accoglienza dal nostro cliente, ma devo ammettere che l’accoglienza ed i risultati visivi del lavoro d’ordine sono stati davvero notevoli.

L’ordine degli uffici, la pulizia dello stabilimento, la sobrietá nell’abbigliamento sono un valore aziendale? o sono superati? Questa é la domanda che mi ponevo oggi alla fine di questa due giorni molto densa e sulla quale vorrei riflettere in queste righe.
Innanzitutto ritengo che esistano due livelli d’ordine:
1) la cura, delle cose e degli strumenti aziendali 
2) la cura personale che ogni dipendente ha sia per il proprio spazio lavorativo che per se stesso.
Quanto sono logiche e semplici le regole per le cose, quanto sono difficili e non sempre condivisibili le regole che abbracciano le persone
Premettendo che ogni generalizzazione sommaria é sicuramente approssimativa, ci sono peró aspetti comuni sui quali possiamo individuare delle linee guida:
a) La pulizia dello stabilimento e l’efficienza degli strumenti lavorativi (dalle attrezzature alle autovetture).
Nessuno di chi legge penso possa avere l’opinione che una scarsa manutenzione e cura degli strumenti possa portare a risultati d’eccellenza.  La cura non deve peró  prevalere sulla funzionalitá prerché una macchina segnata dall’uso ma in perfetta efficienza sicuramente ha un impatto maggiormente positivo di una troppo pulita perché poco utilizzata.
b) L’ordine degli uffici.
In questo caso penso che sia doverosa la distinzione fra uffici puramente di processo e uffici invece piú organici o creativi. Nessuno si scandalizza infatti se un centro elaborazione dati é molto piú ordinato di un set fotografico. Se dal marketing ci si aspetta creativitá, dall’amministrazione rigore e precisione.
c) L’abbigliamento
L’abbigliamento é forse il piú interessante perché unisce un codice di ruolo ad un codice caratteriale, che si fondono comunque in una realtá aziendale che é codificata a sua volta in stereotipi di settore ben definiti, che variano a loro volta da nazione a nazione. Se la cravatta é in declino in Nord America, ma in Europa sopravvive ancora con molte frecce al proprio arco, allo stesso modo siamo abituati a riscontrare abbigliamento casual anche nel top management di aziende di moda o design, cosí come abbigliamento assolutamente formale nel middle management di aziende bancarie o finanziarie.
Ogni individuo veste in base ad una propria caratterialitá, che si esprime attraverso l’abito ed il look (interessante in questi ultimi anni il fenomeno delle “barbe”). 
Ritengo peró necessario che anche l’azienda abbia un proprio look che si manifesta attraverso i prodotti e le loro caratteristiche, ma che non puó essere in contrasto con il   look dei propri dipendenti, perché comporterebbe un grave problema di incoerenza… (Il farmacista non puó non avere il camice bianco!).
Sul look personale agiscono troppe variabili personali, che danno comunque e sempre il gusto dell’ originalitá e l’unicitá dei singoli individui e non é facile agire. Gli spazi invece di contributo al miglioramento estetico dell’azienda sono enormi.
Come fare? Propongo a chi legge di migliorare esteticamente ma fattivamente qualcosa nell’azienda in cui si lavora … coerentemente con il brand ed i valori aziendali… Proviamo?.

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