Contratto sì? Contratto no?

In queste ore imperversa nei media nazionali e su tutte le piattaforme digitali la discussione sul contratto che le due maggiori forze politiche del paese stanno approntando per definire il loro accordo programmatico e formare il nuovo governo della nostra nazione. Tralasciando ed evitando ogni commento, mi ha impressionato molto quanto si stia sottolineando il concetto di contratto, per sancire l’importanza dell’accordo che stanno sottoscrivendo le due parti. Il contratto è un elemento giuridico che in azienda incontriamo praticamente tutti i giorni.
Contratto di assunzione, contratto di distribuzione, contratto di esclusiva, contratto di fornitura. Ognuno nel proprio ruolo: dipendente, agente, cliente o fornitore ci troviamo a richiedere, scrivere, firmare e rispettare contratti, che nascono da accordi o intese verbali e diventano poi, paragrafi o punti da rispettare.
Il contratto forse più famoso che ogni azienda utilizza è il Listino Prezzi che sancisce i ritmi, le azioni e le reazioni di quasi tutti gli attori economici, dai più piccoli a più grandi ed a partire da questo vorrei riflettere questa settimana.  
Definito il fatto che il contratto viene siglato fra due o più parti (cliente e fornitore nel caso del listino) e che contiene un oggetto chiaro (i prodotti ed i prezzi ), perché è necessario:
1)      Per obbligare le parti al rispetto dei reciproci impegni.  (la disponibilità di un prodotto a quel prezzo per il fornitore, il controvalore economico che il cliente si impegna a pagare per quello che ottiene)
2)      Per definire chiaramente quanto è vincolante da quanto non le è (Un prodotto a listino obbliga alla disponibilità uno fuori listino no).
3)      Per condividere le informazioni contenute (prodotti e prezzi) con tutti i soggetti che sono coinvolti nell’esecuzione del contratto (tutti i venditori del cliente, piuttosto che i clienti del cliente o ancora i tutti i dipendenti del fornitore).
4)      Per definire in anticipo alcune situazioni di conflitto. (Reso di un prodotto piuttosto che eventuali costi suppletivi).
Si parli di accordo politico piuttosto che di accordo commerciale a vario titolo ritengo però tre cose estremamente importanti quando si stipula un contratto:
1)      Fiducia reciproca. Senza la consapevolezza di poter accettare i limiti della controparte ogni contratto è destinato a fallire. (Se firmo un accordo di distribuzione esclusiva devo credere in modo incondizionato al mio cliente, che nell’ambito definito agirà per mio nome e per mio conto).
2)      Chiarezza sulle clausole. L’eccessiva genericità nelle clausole lascia spazio a troppe interpretazioni che potrebbero generare lungaggini e rallentamenti. (Se inserisco un prodotto a richiesta devono essere chiari i termini per i quali viene o non viene fatto).
3)      Gestione limitata delle situazioni di conflitto. Se la parte delle situazioni di conflitto diventa preponderante rispetto al contratto stesso bisogna chiedersi se ha senso quello che si sta facendo. (Come se la parte delle condizioni di vendita dovesse prevalere sui prodotti).
In queste ore probabilmente il famoso contratto verrà siglato, un’occasione di riflessione non solo politica, nel frattempo io proseguo con il VERTRAULICHER LIEFERANTEN-PARTNERSCHAFTSVERTRAG che un’azienda tedesca ci chiede di firmare…

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